domenica 1 dicembre 2013

OM AH HUM E LO STATO NATURALE

Le modalità espressive dell'Essere possiamo definirle "OM" Mente, "AH" Parola e "HUM" Corpo.
Se si parla di Stato Naturale come di libero scambio di energie tra spazio interno e spazio esterno (ed infine di identità tra spazio interno e spazio esterno) si potrà supporre che i blocchi che inibiscono questo libero scambio siano da ricercare in Mente, Parola e Corpo e si potrà anche supporre che questi blocchi siano riscontrabili in tutte e tre le modalità espressive.



Allo stato naturale corrisponderanno una postura naturale, un ritmo respiratorio naturale, una condizione della mente naturale.
Dove naturale va inteso come spontaneo, non forzato, in armonia con le leggi universali.
I blocchi impediscono il "normale"fluire delle energie dall'esterno all'interno e viceversa inibendo la comunicazione e quindi la fusione con l'ambiente.
Toccando l'addome, il torace, la schiena di un'altra persona è abbastanza facile percepire eventuali tensioni o comunque un non armonico rapporto tra il corpo ed il respiro.
Se nel bambino la inspirazione riempie naturalmente torace, addome e schiena, nell'adulto molto spesso la respirazione interessa solo il torace o solo l'addome.
Ricordo un mio allievo, M., insegnante di hatha Yoga.
La sua maniera di riempire i polmoni a prima vista sembrava corretta.
Poggiando le mani sul torace e sull'addome (la definizione "poggiare le mani" non è correttissima, sto parlando in realtà del "tocco"  una tecnica "d'ascolto") si avvertiva una tensione eccessiva nella zona addominale, soprattutto nella parte sinistra.
Una volta sciolta questa tensione l'addome si è improvvisamente rilassato ed il respiro di M. si è fatto molto più sottile e lui si è rilassato così tanto da addormentarsi.
L'episodio può sembrare irrilevante, ma forse può servire da spunto per una riflessione generale sul nostro approccio alle "tecniche operative" (il pranayama è una tecnica operativa dello hatha yoga) e sulle tecniche psicofisiche in genere.
M. insegna yoga da anni.
Ha frequentato scuole e stage e segue periodicamente corsi di perfezionamento.
In qualche modo ha utilizzato le tecniche apprese per nascondere, inconsciamente, un blocco energetico.
L'aspetto esteriore di M. è quello di uno yogin (corpo asciutto e muscoloso, struttura armoniosa, articolazioni sciolte) ma si tratta una sovrapposizione.
Una specie di sovrastruttura culturale. 



Asana, pranayama, meditazione sono azioni rituali che si compiono per purificare la memoria (citta).
Purificare la memoria significa eliminare gli atteggiamenti imposti, le वृत्ति vṛtti (la traduzione corretta di vṛtti è appunto atteggiamento, stile...).
Quando asana, pranayama, meditazione 
si sovrappongono a blocchi e tendenze preesistenti divengono a loro volta degli atteggiamenti, anziché svolgere la loro funzione (la purificazione della mente) . 
Il risultato è la costruzione di una apparenza di yogin, un personaggio teatrale che somiglia a ciò che crediamo gli altri intendano per yogi.
E più la costruzione del personaggio viene fatta in buona fede più difficile sarà far comunicare e fondere lo spazio interno e lo spazio esterno.
Chiedersi "chi è che sta assumendo questo asana"o " chi è che sta meditando" a questo punto diviene un qualcosa di essenziale.
Sempre che non si trasformi nell'ennesimo atteggiamento.
L'ego, l'io di sogno costruito dalla mente ha continuamente bisogno di conferme della sua pretesa esistenza.
Rispondere alla domanda "Chi sono io?" (Ko'ham) con "Io sono colui che pratica questa asana" o con "io sono colui che pratica questa tecnica respiratoria" o "io sono uno yogin (un filosofo, un conoscitore)" è la stessa cosa che rispondersi "io sono colui che chiede chi sono io".


Il vero asana deve insorgere dall'interno, come un fiore che sboccia.
Così come la vera respirazione non può essere regolata da ritmi imposti dalla lettura di un manuale.
Allo stesso modo il ko'ham non può essere appreso.
Deve anch'esso essere un qualcosa che insorge, deve accompagnarsi allo stupore.
Lo stato naturale è  pervaso di beatitudine ananda.
Il suo svelamento non può non accompagnarsi alla meraviglia (विस्मय vismaya). 
L'emozione dolce che accompagna l'insorgere del ko'ham è la commozione di scoprire che ciò che ci circonda è chitrupini, la forma percepibile, per noi, della shakti, la forma cosciente.
E Chitrupini è la "Yoghini".
Se ciò che è osservo è la yoghini (intesa come ciò che ha relazione col Tutto) Io sono lo yogin.
Ma essendo lo spazio interno (citta akasha) in identità con lo spazio esterno (maha akasha) io sarò ciò che contemplo.
Io sono lei (Sā'ham) .
E se sono in identità con la shakti sono tutto ciò che percepisco (So'ham).
E' allora che lo spazio si trasforma, si fa spazio senziente (Chit akasha).
Se esiste un corpo esiste una mente in grado di percepirlo.
Il corpo, che sia il "mio" corpo fisico o l'universo intero, è l'oggetto di conoscenza.
La mente è il soggetto conoscente.
L'Amore (shakti) è l'energia , l'azione della conoscenza.
L'universo si svela allora come CORPO, HUM
L'Amore si svela PAROLA, AH
IO (shivo'Ham) si svela MENTE, OM
Ma non c'è differenza tra i tre.
Corpo parola mente sono un'unico incommensurabile spazio senziente.
Infinito e quindi ALOGICO.
La mente è la condizione dell'essere allo stato di sonno profondo.
La parola è la condizione dell'essere allo stato di sogno.
Il corpo è la condizione dell'essere allo stato di veglia.


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