martedì 3 dicembre 2013

GLI INSEGNAMENTI DI LHODRAK KHARCHU



Un giorno Jinpa venne a sapere che Guru Rinpoche si era ritirato a meditare nella grotta di Lhodrak Kharchu vicino al suo paese. 
Prese del burro, un sacco di sale e della carne secca e correndo come un puledro innamorato si precipitò dal Maestro, si inginocchio con la faccia a terra e lo pregò di accettare le offerte.
Padmasambhava lo ringraziò e poi, sorridendo, gli chiese 
-"Cosa vuoi da me ?"
-"L'insegnamento del Vuoto"- rispose Jinpa, tremando come un cucciolo di Yak di fronte al leone di montagna.
Rise di gusto, Guru Rinpoche, prese una ciotola piena di terra rossa e disse 
-"Toh! Prendi e disegna un triangolo su quella parete di roccia.
Ogni lato deve essere lungo due braccia e al centro del triangolo scrivi le sillabe OM AH HUM"- 
Poi raccattò il burro, il sale e la carne e se ne andò in paese per distribuirli ai poveri. 
Jinpa si mise subito al lavoro, disegnò il triangolo e tracciò le sillabe. 
Si sedette, nella "posizione del diamante", e cominciò a fissare il triangolo.
Alla sera, tornando alla grotta, Padmasmbhava trovò Jinpa immobile, con gli occhi sbarrati davanti al triangolo rosso.
-"Che cosa stai facendo?"
-"Sto aspettando che la magia del triangolo entri in me"- rispose Jinpa
-"Mmmm...Interessante...E funziona?"-
Jinpa aveva le gambe anchilosate e gli occhi più rossi di Dorje Phagmo
Gli facevano male tutti i muscoli, anche quelli che non sapeva di avere.
Guru Rinpoche lo aiutò ad alzarsi, lo accompagnò nella grotta, accese un fuoco, preparò del tè. 
Quando il sangue ricominciò a scorrere nelle vene di Jinpa, dandogli un aspetto un po' più umano, il Maestro tracciò un triangolo nell'aria recitando il Mantra OM AH HUM.
-"Sappi, Jinpa, che tre sono i Fiumi sacri che scendono dalla Grande Montagna:
Yamuna, la gloriosa,
Sarasvati la sapiente,
Ganga la difficile a comprendere
.
La sorgente di Yamuna è la Grande Madre Luce, l'ONDA dell'azione.
Quella di Sarasvati la Grande Madre Silenzio, l'ONDA della conoscenza.
Quella di Ganga la grande Madre Vuoto, l'ONDA del desiderio
.
Il silenzio è Saggezza.
La luce è Azione.
Il vuoto è Amore
.
Le parole sgorgano dalla gola e riempiono la bocca.
L'elisir della vita, discende e sazia il cuore di luce.
Solo il vuoto è veramente fecondo.
Chiedi a Yeshe
Lei ti dirà con uno sguardo
"- 



-"Non capisco, Maestro" - disse Jinpa -"Chi è Yeshe?"
-"IO sono Yeshe" - rispose Guru Rinpoche - "Se domandi per tre volte nella forma giusta ti sarà risposto.
Così si diceva un tempo:
nel cuore dell'uomo sono tutti i semi.
E la pioggia è cieca
"-

DAKINI




Le Dakini sono Dee.
Le Dakini sono Donne.
Le Dakini sono Energie.
Letteralmente डाकिनी ḍākinī che viene tradotto con DANZATRICE DEL CIELO, è la compagna del ḍāka.
Parola che indica genericamente uno Yogin maschio, ma che sta per "GOBLIN", "spirito che si ciba di Carne Umana al servizio della dea KALI".

Padmasambhava, ad esempio, era un Daka.


e Yeshe Tsogyal era la sua Dakini.


L'insegnamento dello Yoga come lo conosciamo oggi proviene quasi esclusivamente dagli ordini monastici che oltre ad essere prevalentemente in mano agli uomini, hanno anche per definizione, la necessità di sviluppare l'aspetto religioso, ma la tradizione dello Yoga ha anche un aspetto, per così dire, laico.
Se si legge con attenzione la biografia di Krishnamacharya( il "padre dello yoga moderno"da cui provengono il Vinyasa, l'Ashtanga, lo stile Ijengar e il Saluto al Sole che tutti noi, erroneamente, crediamo essere un antico rito vedico) si scoprirà che dopo essere stato mandato dal Raja di Mysore a studiare sette anni in Tibet viene rispedito in India dal suo maestro per trovare una compagna (sposò la sorella di Ijengar) perché "LO YOGI NON PUO' RAGGIUNGERE LA PERFEZIONE, SENZA UNA SPOSA. 




La carne umana di cui si nutrono il DAKA e la DAKINI è la loro stessa carne: unendosi sessualmente trascendono la condizione umana, creano l'ANDROGINO, il Dio riconosce la Dea e i due si uniscono: Shiva Shakti, Yub Yam, Amogasiddhi e Tara verde.....


Le "Cinque Dakini",  spose mistiche o Paredre dei Dhyani Buddha, sono le cinque energie della natura, che nei mantra risuonano con i Bija LAM, VAM, RAM, YAM, HAM. 

I loro colori sono Bianco (la sposa di Vairochana), Rosso (la sposa di Amithaba), Blu (la sposa di Akshobia), Verde (la sposa di Amogasiddhi) e Giallo (la sposa di Ratnasambhava). 

La Dakini Bianca è l'energia dello Spazio e del centro.


La Dakini Rossa è l'energia del Fuoco e dell'Ovest. 




La Dakini Blu è l'energia dell'Acqua e dell'Est.




La Dakini Verde è l'energia del Vento e del Nord.




La Dakini Gialla è l'energia della Terra e del Sud. 




Le Dakini non sono entità sovrannaturali o idee (almeno non solo) ma donne in carne ed ossa, come le cinque mogli di Padmasambhava (guru Rinpoche):

Mandarava di Zahor, detta la Principessa Bianca, 





Kalasiddhi, trovata neonata in un cimitero da Mandarava e cresciuta fino a diventare allieva e sposa di Padmasambhava,



la principessa Shakya Devi, figlia del Re del Nepal Shakya Devi,
 



la moglie dell'Imperatore del Tibet Yeshe Tsogyal.



e la senza casta Tashi Kyedren di solito rappresentata come una Tigre in cinta,


Ognuna di queste cinque donne (donne in carne ed ossa) rappresenta un  lignaggio femminile. Cinque dakini, cinque diverse linee di insegnamento di cui possiamo trovare traccia in tutte le discipline psicofisiche orientali. 

lunedì 2 dicembre 2013

FUI LINGUA PER COLORO CHE NON AVEVANO VOCE



"[....]Fui lingua, per coloro che non avevano voce, 
così li ho condotti alla gioia. 

E a coloro che temevano la morte concessi L'immortalità, 

così li ho condotti alla gioia [...]

E mi feci acqua e fuoco per lenire il calore bruciante e il freddo che gela dei perduti negli inferi.

Mi feci cibo e acqua per i fantasmi affamati è Libertà dall'idiozia, 

regola per le bestie prive di parola,
Così li ho condotti alla gioia[...]

Quegli esseri nati in terre selvagge, io li ho trascinati dalla barbarie alla gioia.

Fui tregua dalla guerra e guerra per i demoni,
così li ho condotti alla gioia.

Protessi gli dei dalla caduta,
così portai loro gioia.

Ovunque vi sia spazio,ecco i cinque elementi.


Ovunque vi siano cinque elementi, ecco le case degli esseri viventi. 


Ovunque vi siano esseri viventi, ecco il karma e le impurità.


Dovunque vi siano impurità, la mia compassione. 


Io sono ovunque vi sia necessità degli esseri viventi.

Per venti anni, nella grande caverna di Lhodrak Kharchu, 

tal volta visibile, talvolta invisibile."


Yeshe Tsogyal, "Ye-ses-mtsho-rgyal" Oceano della Saggezza Primordiale (757–817)


domenica 1 dicembre 2013

CORPO PAROLA E MENTE

La mente corrisponde al bija mantra OM.
La parola al bija mantra AH.
Il corpo al bija mantra HUM




Oṃ ॐ è l'inizio del canto rituale (il rito è la manifestazione) ed è il canto stesso.
Per questo è detto udgītha.
Secondo la Chāndogya Upaniṣad ( I,1,5):

"vāg evark prāṇaḥ sāma om ity etad akṣaram udgīthaḥ tad vā etan mithunaṃ yad vāk ca prāṇaś cark ca sāma ca"

ovvero:
La parola (vāg) è ṛk (Ṛgveda, il libro degli inni), il prāṇa è sāman (Sāmaveda), udgītha è la sillaba Oṃ
Parola e prāṇa formano una coppia così come ṛk con sāman.


E ancora (I, 1, 8):

"tad vā etad anujñākṣaram yad dhi kiṃcānujānāty om ity eva tad āha eṣo eva samṛddhir yad anujñā samardhayitā ha vai kāmānāṃ bhavati ya etad evaṃ vidvān akṣaram udgītham upāste"

ovvero:
Questa sillaba significa dire si. 
Quando si vuole dire si a qualcosa si dice Oṃ
E  quello a cui si dice si verrà realizzato. 
Colui che conosce questo venera udgītha come la sillaba Oṃ e realizzerà i suoi desideri.

Oṃ è la mente ma è anche ciò che sta prima della mente.
Il simbolo con cui viene rappresentato, come del resto tutte le lettere sanscrite, può essere considerato un disegno, una specie di Yantra.

ॐ 
L'analisi del significato dei singoli tratti da cui è composto esprime i tre (quattro) stati di coscienza dell'uomo:
La linea curva inferiore rappresenta la A,  l'inizio, lo stato di veglia , il dio Brahmā inteso come forma dell'Assoluto nelle vesti del demiurgo o del legislatore; è detta anche akāra o akāram ed è collegata alla funzione della mente detta ahaṃkāra ("ciò che fa l'io").




La linea curva orizzontale, centrale, rappresenta la U ovvero lo stato del sogno, il dio Viṣṇu inteso come forma dell'Assoluto nelle vesti di colui che mantiene e preserva; è detta anche ukāra o ukāram ed è collegata alla funzione della mente detta Buddhi



La linea curva superiore rappresenta la M ovvero lo stato di sonno profondo, il dio śiva inteso come forma dell'Assoluto nelle vesti di colui che riassorbe la manifestazione; è detta anche makāra o makāram ed è relata alla funzione della mente detta Manas o alla mente in generale.
Il fatto che M sia in alto ed A sia in basso ricorda il concetto della manifestazione grossolana come specchio della manifestazione allo stato potenziale. (MUA - AUM) e le modalità di recitazione dell'AUM di cui parla Shankara nel commento ai Mandukyakarika ( dice più o meno Shankara: "che la A e la U insorgano e vengano riassorbiti dalla M")
Sopra le tre linee curve ci sono altri due simboli :



La mezzaluna detta नाद nāda, ed il punto detto बिन्दु bindu.
Questi due segni sono così importanti da meritarsi un'intera upanishad tutta per loro, la nādabindu upanishad.
Nāda è la vibrazione iniziale, il primo suono e tutti i suoni.
Rappresenta la Shakti nell'atto di dare inizio alla manifestazione.
Se A rappresenta la coscienza dello stato di veglia, U la coscienza dello stato di sogno e M la coscienza dello stato di sonno profondo, Nāda rappresenta il "Quarto" o Turiya, inteso come Grande Sè col quale si può entrare in identita mediante lo strumento Nirvikalpa samadhi.
E' il primo fremito, potenziale, creato dall'unione di Shiva e shakti nell'isola delle gemme.
Il Bindu rappresenta l'anusvāra, reso nella pronuncia con la nasalizzazione (esempio Aummnnnnng) o, meno spesso, con l'allungamento della vocale precedente.
L'anusvāra è Shiva in unione con Citshakti o Cit Rupini.
E' l'amplesso di Shiva e Shakti.
Nāda sono i fluidi vaginali della dea uniti allo sperma del Dio. 
Se A rappresenta la coscienza dello stato di veglia, U la coscienza dello stato di sogno e la coscienza dello stato di sonno profondo, Nāda e Bindu insieme rappresentano il "Quarto" o Turiya, inteso come Grande Sè col quale si può entrare in identita mediante lo strumento Nirvikalpa samadhi



Le tre lettere A, U ed M sono in qualche modo le radici di AH, HUM ed OM ovvero, Parola, Corpo e Mente.
Esiste quindi un OM che tutto racchiude ed è lo spazio alogico che trova espressione nel punto (l'infinatamente piccolo relato all''infinitamente grande)
Esiste un OM potenziale che è il primo suono o prima vibrazione.
Esiste un OM che rappresenta la mente.
Nella recitazione del Mantra (qualsiasi mantra) questa differenziazione (apparente) viene manifestazta attraverso una triplice modalità di recitazione: mentale,bofonchiata (o silenziosa muovendo solo le labbra) ed udibile.
Come abbiamo visto il corpo è rappresentato da HUM.
HUM è il Varmabija, il bija mantra dell'armatura.
L'armatura è quella di Shiva nelle vesti del Bhairava, il nobile distruttore del male.
H qui sta per Hara cisoè Shiva.
U sta per Bhairava.
L'insieme nāda-bindu rappresenta l'assoluto che dissolve il male e la sofferenza.
AH è invece rappresentativo delle quattordici vocali.
Le vocali sono ciò che rende percepibili le consonanti e quindi rappresentano l'origine della manifestazione grossolana e della sua intelligibilità.
Ogni volta che portiamo le mani alla fronte (OM) , alla gola (AH)ed al cuore (HUM), rinnoviamo l'atto d'amore di Shiva e Shakti che dà il via alla manifestazione.
Ripetendo i tre bija uno di seguito all'altro può capitare di percepire un altro suono, simile ai gemiti dell'amata durante l'amplesso.
Questo suono si può forse rappresentare con le sillabe HA ed UM.
HAUM diviene così il mantra nascosto (uno dei8 mantra nascosti) della manifestazione.
H sta per Hara,
AU sta per sadashiva
M indica lo spazio, il vuoto, Citakasha  ciò che i buddhisti chiamano śūnya o vuota pienezza.

OM AH HUM E LO STATO NATURALE

Le modalità espressive dell'Essere possiamo definirle "OM" Mente, "AH" Parola e "HUM" Corpo.
Se si parla di Stato Naturale come di libero scambio di energie tra spazio interno e spazio esterno (ed infine di identità tra spazio interno e spazio esterno) si potrà supporre che i blocchi che inibiscono questo libero scambio siano da ricercare in Mente, Parola e Corpo e si potrà anche supporre che questi blocchi siano riscontrabili in tutte e tre le modalità espressive.



Allo stato naturale corrisponderanno una postura naturale, un ritmo respiratorio naturale, una condizione della mente naturale.
Dove naturale va inteso come spontaneo, non forzato, in armonia con le leggi universali.
I blocchi impediscono il "normale"fluire delle energie dall'esterno all'interno e viceversa inibendo la comunicazione e quindi la fusione con l'ambiente.
Toccando l'addome, il torace, la schiena di un'altra persona è abbastanza facile percepire eventuali tensioni o comunque un non armonico rapporto tra il corpo ed il respiro.
Se nel bambino la inspirazione riempie naturalmente torace, addome e schiena, nell'adulto molto spesso la respirazione interessa solo il torace o solo l'addome.
Ricordo un mio allievo, M., insegnante di hatha Yoga.
La sua maniera di riempire i polmoni a prima vista sembrava corretta.
Poggiando le mani sul torace e sull'addome (la definizione "poggiare le mani" non è correttissima, sto parlando in realtà del "tocco"  una tecnica "d'ascolto") si avvertiva una tensione eccessiva nella zona addominale, soprattutto nella parte sinistra.
Una volta sciolta questa tensione l'addome si è improvvisamente rilassato ed il respiro di M. si è fatto molto più sottile e lui si è rilassato così tanto da addormentarsi.
L'episodio può sembrare irrilevante, ma forse può servire da spunto per una riflessione generale sul nostro approccio alle "tecniche operative" (il pranayama è una tecnica operativa dello hatha yoga) e sulle tecniche psicofisiche in genere.
M. insegna yoga da anni.
Ha frequentato scuole e stage e segue periodicamente corsi di perfezionamento.
In qualche modo ha utilizzato le tecniche apprese per nascondere, inconsciamente, un blocco energetico.
L'aspetto esteriore di M. è quello di uno yogin (corpo asciutto e muscoloso, struttura armoniosa, articolazioni sciolte) ma si tratta una sovrapposizione.
Una specie di sovrastruttura culturale. 



Asana, pranayama, meditazione sono azioni rituali che si compiono per purificare la memoria (citta).
Purificare la memoria significa eliminare gli atteggiamenti imposti, le वृत्ति vṛtti (la traduzione corretta di vṛtti è appunto atteggiamento, stile...).
Quando asana, pranayama, meditazione 
si sovrappongono a blocchi e tendenze preesistenti divengono a loro volta degli atteggiamenti, anziché svolgere la loro funzione (la purificazione della mente) . 
Il risultato è la costruzione di una apparenza di yogin, un personaggio teatrale che somiglia a ciò che crediamo gli altri intendano per yogi.
E più la costruzione del personaggio viene fatta in buona fede più difficile sarà far comunicare e fondere lo spazio interno e lo spazio esterno.
Chiedersi "chi è che sta assumendo questo asana"o " chi è che sta meditando" a questo punto diviene un qualcosa di essenziale.
Sempre che non si trasformi nell'ennesimo atteggiamento.
L'ego, l'io di sogno costruito dalla mente ha continuamente bisogno di conferme della sua pretesa esistenza.
Rispondere alla domanda "Chi sono io?" (Ko'ham) con "Io sono colui che pratica questa asana" o con "io sono colui che pratica questa tecnica respiratoria" o "io sono uno yogin (un filosofo, un conoscitore)" è la stessa cosa che rispondersi "io sono colui che chiede chi sono io".


Il vero asana deve insorgere dall'interno, come un fiore che sboccia.
Così come la vera respirazione non può essere regolata da ritmi imposti dalla lettura di un manuale.
Allo stesso modo il ko'ham non può essere appreso.
Deve anch'esso essere un qualcosa che insorge, deve accompagnarsi allo stupore.
Lo stato naturale è  pervaso di beatitudine ananda.
Il suo svelamento non può non accompagnarsi alla meraviglia (विस्मय vismaya). 
L'emozione dolce che accompagna l'insorgere del ko'ham è la commozione di scoprire che ciò che ci circonda è chitrupini, la forma percepibile, per noi, della shakti, la forma cosciente.
E Chitrupini è la "Yoghini".
Se ciò che è osservo è la yoghini (intesa come ciò che ha relazione col Tutto) Io sono lo yogin.
Ma essendo lo spazio interno (citta akasha) in identità con lo spazio esterno (maha akasha) io sarò ciò che contemplo.
Io sono lei (Sā'ham) .
E se sono in identità con la shakti sono tutto ciò che percepisco (So'ham).
E' allora che lo spazio si trasforma, si fa spazio senziente (Chit akasha).
Se esiste un corpo esiste una mente in grado di percepirlo.
Il corpo, che sia il "mio" corpo fisico o l'universo intero, è l'oggetto di conoscenza.
La mente è il soggetto conoscente.
L'Amore (shakti) è l'energia , l'azione della conoscenza.
L'universo si svela allora come CORPO, HUM
L'Amore si svela PAROLA, AH
IO (shivo'Ham) si svela MENTE, OM
Ma non c'è differenza tra i tre.
Corpo parola mente sono un'unico incommensurabile spazio senziente.
Infinito e quindi ALOGICO.
La mente è la condizione dell'essere allo stato di sonno profondo.
La parola è la condizione dell'essere allo stato di sogno.
Il corpo è la condizione dell'essere allo stato di veglia.